Articoli&Appelli
Quanto sangue, quante lacrime devono ancora essere versate, quanti figli di Palestina devono ancora bruciare nel fosforo bianco, quanto dolore e disperazione devono subire gli innocenti di Gaza per colmare la sete di vendetta del governo e dell’esercito israeliano?
“Le autorità israeliane stanno mettendo in atto un sistema di discriminazione sistematica – APARTHEID – nei confronti di tutte e tutti i palestinesi sotto il loro controllo, che vivano in Israele, nei Territori palestinesi occupati o in altri stati come rifugiati.”
Europe for Peace di fronte al continuare della guerra in Ucraina aderisce con convinzione alla Marcia Perugia-Assisi del prossimo 21 maggio e sottoscrive l’appello dei promotori.
Sosteniamo insieme le donne e i manifestanti in Iran nel loro lungo cammino per il diritto delle donne, diritto alla vita e diritto alla libertà.
Chiediamo di porre fine alla violenza contro i manifestanti in Iran.
Iran “Donne, vita, libertà”
Riconoscimento delle donne come vittime primarie della tradizione patriarcale del regime
Da diversi giorni siamo testimoni delle proteste in Iran. Le proteste sono conseguenza della morte di Mahsa Amini, una donna curda iraniana che è stata arrestata con l’accusa di aver infranto le rigide regole iraniane sull’indossare l’hijab, il copricapo islamico per le donne. È morta mentre era sotto custodia della polizia.
È passato un anno da quando gli Stati Uniti e i loro alleati hanno consegnato di fatto il paese ai Taliban, dopo quasi 20 anni di occupazione militare. Il 15 agosto 2021, mentre le truppe occidentali si ritiravano, i Taliban hanno ripreso il controllo del paese, formando un governo composto esclusivamente dalla propria leadership. I loro militanti hanno cominciato ad imporre dure restrizioni sociali tra segnalazioni di abusi e omicidi per rappresaglia.
UN’ATTO DI SOLIDARIETA’ PER QUANTO PICCOLO, NON E’ MAI SPRECATO.
Consegna di aiuti umanitari ai profughi Afghani
Non importa quanto sia stato difficile e quanti mesi abbiamo dovuto lavorare per fare arrivare gli aiuti alle famiglie dei profughi afghani nella zona di confine. Per quanto sia stato esiguo il nostro aiuto in un oceano di sofferenze comunque siamo contenti di avere potuto alleviare la sofferenza anche di poche famiglie.
Afghanistan
Disperazione, estrema povertà, violenza, paura, fame … essere testimoni di una brutale tragedia che divora la vita di milioni di persone, non è facile. Non importa chi sei e quale sia la tua esperienza. La dimensione della tragedia è così grande che ti colpisce in pieno petto e ti toglie il fiato. In questi momenti resistere alla disperazione e alla rabbia non è facile. L'estrema povertà, l'impatto del Covid-19, gli effetti del cambiamento climatico e le turbolenze politiche bruciano inesorabilmente le vite di milioni di persone in silenzio, nascoste all’opinione pubblica mondiale.
“Si fermi la guerra in Ucraina e parta un vero processo di Pace”
Mai come oggi è evidente che la pace ed il ripudio delle guerre debbono essere la priorità dell’agenda politica italiana, europea e mondiale. L’Unione Europea agisca ispirata dai suoi principi costitutivi a difesa di pace e democrazia.
A partire dalla convocazione e dalle proposte della Rete italiana Pace e Disarmo associazioni, organizzazioni della società civile e sindacati promuovono una manifestazione a Roma, a Piazza Santi Apostoli, sabato 26 febbraio alle ore 10:30 ed invitano tutti a partecipare.
ORA TOCCA A NOI!: aiuti umanitari a favore dei rifugiati Afghani
UN’ATTO DI SOLIDARIETA’, PER QUANTO PICCOLO, NON E’ MAI SPRECATO.
Dopo la presa del potere dei Taleban in agosto, tra 4.000 e 5.000 donne, bambini e uomini afgani fuggono in Iran ogni giorno attraverso valichi di frontiera informali in cerca di sicurezza. Questa tendenza sta aumentando con l'arrivo dell'inverno afghano dalle temperature rigide sotto lo zero. Inoltre, l'economia del Paese è in caduta libera e la crisi umanitaria si sta intensificando.
l'Iran ospita più di 3,6 milioni di afgani, sebbene solo circa 800.000 siano riconosciuti come rifugiati.
La pace giusta e duratura, non può essere imposta calpestando il diritto internazionale ed umiliando un intero popolo, quello palestinese sottoposto da decenni al regime di colonizzazione e di occupazione militare in Cisgiordania, all’assedio di Gaza portato ai limiti dell’invivibilità, alla discriminazione dei palestinesi con cittadinanza israeliana in Israele.
Violazioni dei diritti umani sono certificate dalle Agenzie delle Nazioni Unite e dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea dell’ONU che lo Stato d’Israele peraltro non ha rispettato.
Il Libano, piccola nazione di cinque milioni, è il terzo paese più indebitato del mondo ancora prima della pandemia.
Diversi fattori hanno portato al pantano economico ma la causa maggiore è stata l’impatto della sconcertante politica monetaria dell'ultimo decennio.
Dal 1993 la banca centrale libanese ha aumentato liberamente il tasso di interesse per gli investitori rendendo più facile per il governo prendere in prestito denaro. I prestiti servivano a finanziare il crescente debito pubblico, a pagare il grande volume di importazioni e ad attirare investimenti in dollari per mantenere la moneta libanese ancorata al dollaro statunitense da 22 anni.
Questa politica ha creato un vantaggio straordinario per le banche commerciali che hanno prestato miliardi di dollari al governo a un tasso di interesse elevato e garantito, realizzando immensi profitti.
Rapporto del partner esecutivo, Associazione AIN.
Beirut - Libano 20/08/2020
Abbiamo iniziato il nostro lavoro effettuando la valutazione delle case e degli appartamenti all'interno del quartiere concentrandosi sulla fornitura di porte e finestre per garantire la sicurezza e la protezione delle famiglie e delle proprietà. I nostri ingegneri hanno applicato un sistema di classificazione per le case in base alla gravità del danno, alla capacità dell'infrastruttura, al rischio di lavorare all'interno della casa.
Sulla base della valutazione iniziale, abbiamo deciso di iniziare a lavorare su 2 strutture edilizie costituite da tre appartamenti; 1 vecchia casa tradizionale affittata da una famiglia di 5 persone e un edificio di 2 piani con due appartamenti di proprietà di 2 famiglie di 7 persone. Continua a leggere ..
Se desideri aiutarci con una donazione :
Bonifico: Associazione per la Pace - Banca Etica IBAN: IT82I0501803200000015040900
Carta di credito:
Aggiornamento:
Vorremmo ringraziare tutti coloro che generosamente stanno sostenendo il nostro lavoro a favore delle famiglie colpite dalla grave tragedia a Beirut.
La macchina della solidarietà è partita per affrontare il momento di emergenza, migliaia di persone si sono mobilitate spontaneamente per aiutare le famiglie colpite. Sono stati assistiti migliaia di feriti e centinaia di migliaia di sfollati. Continua a leggere...
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Ciò che rimane sul terreno dopo l’esplosione a Beirut è terribile: 220 morti, 6000 feriti e 300mila sfollati.
Migliaia di sfollati sono stati costretti a cercare un riparo temporaneo negli edifici scolastici e amministrativi; a seguito della eccezionale crisi economica negli ultimi anni molti faticano a riparare le proprie case. Cibo e medicine cominciano a scarseggiare, intanto aumentano i contagi di Covid-19.
I Libanesi, pur divisi e contraddittori, hanno ripetutamente provato nel corso della storia la loro capacità di solidarietà e unione per affrontare l’emergenza. Sono nati gruppi spontanei di aiuto nei quartieri colpiti per aiutare coloro che hanno perso le loro case. Sono stati allestiti banchi per offrire cibo e acqua. Le città di tutto il paese si sono offerte di ospitare famiglie di Beirut con case danneggiate. Gli imprenditori si sono rivolti rapidamente ai social media, pubblicando le offerte per mettere le case in sicurezza, riparare porte danneggiate o sostituire gratuitamente finestre rotte.
Non possiamo rimanere indifferenti, già siamo presenti da anni in Libano sostenendo la società civile che faticosamente lotta contro ingiustizie, abusi e povertà. In questo momento drammatico, hanno bisogno del nostro sostegno e aiuto.
Vorremmo ringraziare tutti coloro che generosamente stanno sostenendo la campagna della raccolta di fondi a favore dei profughi palestinesi nel Campo profughi di Shatila. Come vedrete nel breve colloquio con il nostro partner in Shatila, l’impatto della crisi di Coronavirus è gravissimo nei campi profughi Palestinesi.
Care e cari,
Vi scriviamo per chiedervi aiuto come sempre!
COMUNICATO STAMPA 09/07/2019
Più di 7.500 bambini sono stati uccisi o feriti dall’inizio del conflitto in Yemen, per quasi la metà in seguito ai bombardamenti aerei condotti per la grande maggioranza dalla Coalizione militare a guida saudita.
Oggi a Roma iniziative organizzate da Amnesty International Italia, Fondazione Finanza Etica, Oxfam Italia, Movimento dei Focolari, Rete Italiana per il Disarmo, Rete della Pace, Save the Children Italia per chiedere che le armi italiane non finiscano nel conflitto in Yemen, nell’Anniversario dell’approvazione della Legge 185/90 che regola l’export di armamenti.
Comunicato Stampa: Rete Italiana per il Disarmo
L’immagine dei velivoli senza pilota nei mass media e nell’opinione pubblica italiana
Si è tenuto oggi, 13 giugno 2019, il Convegno su “I droni armati e il nuovo volto della guerra”, durante il quale l’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (Iriad) ha presentato un Rapporto di Ricerca sui droni, realizzato nell’ambito delle attività dello European Forum on Armed Drones e della collaborazione con Rete Italiana Disarmo.
«Chiederemo inoltre informazioni sull’ispezione dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento nello stabilimento di RWM Italia in Sardegna, riportata dalla relazione al Parlamento prevista dalla legge 185/1990», spiega Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo. «Vogliamo capire se Rheinmetall stia accantonando fondi per fare fronte a questo tipo di rischi e se stia sviluppando iniziative di vigilanza e controllo per prevenire condotte simili in futuro»
Riace: Le minacce e le violenze non intimidiscono coloro che nell'anima e nell'azione hanno valori saldi di solidarietà e equità
Il 13 maggio alle 15.00, l’università La Sapienza ha invitato Mimmo Lucano a raccontare l’esperienza di Riace. Malgrado il divieto del questore di Roma, Forza Nuova minaccia di bloccare l’iniziativa e ha indetto una manifestazione con chiaro scopo intimidatorio chiamando “Mimmo Lucano nemico del popolo italiano”. Il tentativo di impedire l’iniziativa non è solo contro Lucano e il suo diritto di parola ma, vuole negare il principio di uguaglianza e accoglienza che è un patrimonio morale dell’intero mondo civile.
La Tunisia probabilmente è l’unico paese che è riuscito a scrollarsi di dosso la dittatura durante la primavera araba di otto anni fa. Tuttavia ancora affronta numerose sfide, specialmente nel consolidamento economico e nella protezione dei diritti umani. La Tunisia probabilmente è l’unico paese che è riuscito a scrollarsi di dosso la dittatura durante la primavera araba di otto anni fa. Tuttavia ancora affronta numerose sfide, specialmente nel consolidamento economico e nella protezione dei diritti umani.
Ignorare la miseria in cui i rifugiati palestinesi del Libano sono intrappolati ha portato e porterà a pagare un prezzo pesante: l'aumento della sofferenza di centinaia di migliaia di persone e la sistematica distruzione di uno dei principali pilastri della questione palestinese “il diritto di ritorno”.
E’ vero: esistono le regole, che devono essere rispettate e non ignorate. Ma quando le regole sono ingessate nei paralogismi politici piuttosto di risolvere i problemi li creano, quando le regole danneggiano la dignità umana, occorre avere il coraggio di infrangerle. Ciò non significa di non perseguire il presunto colpevole. Tuttavia, moralmente, chi infrange le regole per dare una vita dignitosa alle vittime di guerra, di miseria e di persecuzione difende l'alto spirito su cui l’umanità è fondata e per questo non può essere perseguito.
Oggi, il primo cittadino di Riace è stato messo agli arresti domiciliari mentre per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, è stato imposto il divieto di dimora nel comune. I due sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Riace, piccolo paese calabrese, simbolo di solidarietà e integrazione in cui il sindaco Domenico Lucano ha messo in atto una politica coraggiosa, ospitando migliaia richiedenti asilo provenienti da 20 paesi diversi.
Venerdi 13 aprile 2018 ore 12.00 in Piazza Santi Apostoli (angolo Via IV Novembre) - Roma
Da troppo tempo si muore in Siria, in Palestina, in Libia, in Egitto, in Iraq, nello Yemen, nella regione a maggioranza curda … il Medio Oriente ed il Mediterraneo si stanno trasformando in un immenso campo di battaglia. Ora il rischio della deflagrazione di un conflitto che coinvolga le super potenze mondiali è reale. Le conseguenze possono essere tragiche ed inimmaginabili.
Oggi 70 milioni di donne e uomini, bambini e anziani sono in cammino alla ricerca di un posto dove vivere in pace. Ma il problema della pace è anche nostro. Crisi economica, disoccupazione, cambiamenti climatici, violenza, razzismo, xenofobia, nazionalismi, aumento delle spese militari e corsa al riarmo nucleare ci stanno mettendo in serio pericolo. Per questo invitiamo tutti a mettersi in cammino alla ricerca della pace e ad organizzare assieme una grande marcia della pace e della fraternità. La Marcia si svolgerà domenica 7 ottobre 2018, da Perugia ad Assisi, a cento anni dalla fine della prima guerra mondiale..
David Morley, Presidente di UNICEF Canada
Traduzione: info.assopace
Quando abbiamo torto, dobbiamo avere l'umiltà di ammetterlo. L'anno scorso all'UNICEF avevamo torto. Avevamo detto che la Siria aveva toccato il fondo. Che con quasi 1.000 bambini uccisi o mutilati nel 2017, il conflitto aveva portato livelli di sofferenza a livelli peggiori. Abbiamo sbagliato. Perché nei primi due mesi del 2018 le cose sono peggiorate.
Più di 1.000 bambini sono stati uccisi o feriti quest'anno. A questo ritmo, il bilancio delle vittime infantili alla fine dell'anno sarà del tutto inconcepibile. In Siria sembra che al peggio non sia un fondo.
I rilevamenti dell’ultimo rapporto, Trends In International Arms Transfers, 2017, dell'Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma, SIPRI mostrano un aumento del 10% dei trasferimenti internazionali degli armamenti principali nel periodo 2013-2017 rispetto a quello registrato nel 2008-2012.
I cinque maggiori esportatori di armi sono Stati Uniti, Russia, Francia, Germania e Cina, che da soli hanno rappresentato il 74% di tutte le esportazioni di armi nel periodo 2013-17, afferma Istituto Swedese.
Dopo sette anni di guerra, quasi l’intero paese è in macerie, oltre 400.000 persone sono morte, ci sono 5 milioni di rifugiati siriani e oltre 6 milioni di sfollati. Sembra che nessuna delle parti si preoccupi della tragedia. Mentre nell’inferno siriano sono intrappolati milioni di civili. Questa volta è il turno dei 400.000 abitanti della Ghuta orientale, a dieci chilometri a est della capitale Damasco. Centinaia di vittime civili e migliaia di feriti dal pesante assalto lanciato dalle forze di terra del presidente Bashar al-Assad sostenuto dagli attacchi aerei russi. Le condizioni in Siria stanno peggiorando e purtroppo, l'opzione di pace sembra altamente improbabile.
L'escalation degli attacchi aerei russi e da parte del regime siriano contro la Ghouta Orientale, enclave ribelle alle porte di Damasco, è stata definita “mostruosa campagna di annichilimento” dall' Alto Commissario ONU per i diritti umani Zeid Ra‘ad al-Hussein, mentre l' UNICEF ha introdotto così un comunicato in bianco “Nessuna parola può rendere giustizia ai bambini uccisi, alle loro madri, ai loro padri e ai loro cari”.
Le domande della nostra Rete per il Disarmo ai candidati e candidate delle Elezioni Politiche 2018
Domande dirette ai candidati ed alle candidate, sui temi di Pace e Disarmo propri dell'azione della nostra Rete
Le organizzazioni aderenti alla Rete Italiana per il Disarmo, riunite nella loro Assemblea periodica, hanno deciso di sottoporre ai Candidati alle prossime elezioni politiche una serie di quesiti e di proposte sui temi di lavoro della Rete stessa. Ai candidati si chiede di esprimere la propria posizione sulle domande specifiche e di considerare queste tematiche come fondamentali per il lavoro parlamentare nella prossima legislatura.
Il parlamentare norvegese Bjørnar Moxnes ha ufficialmente presentato la candidatura del movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) per i diritti dei palestinesi al premio Nobel per la pace. L’ha fatto con il pieno sostegno del suo partito, il progressista Rødt (rosso) Party, spiegando anche perché il BDS "dovrebbe essere sostenuto senza riserve da tutti i popoli e gli stati democratici."
Chiediamo che Ahed e tutti i bambini palestinesi siano liberati dalle prigioni israeliane.
La comunità internazionale deve porre fine ai maltrattamenti e alla detenzione dei bambini palestinesi. Adesso basta.